Io, Greenspan
Io, Alan Aurifericus Nefarious Greenspan, presidente della Federal
Reserve, detentore della Medaglia della Libertà, Cavaliere
dell'Impero Britannico, membro d'Onore della Legione Francese,
conosciuto nell'ambiente finanziario come "il più grande
banchiere centrali di tutti i tempi" sto per raccontarvi
la strana storia dei miei ultimi anni. (Non vi annoierò con
tutti i miei titoli onorari. Non menzionerò, ad esempio,
che il 1 Novembre del 2001, qualche giorno dopo che Enron cominciò a
crollare sotto le accuse di corruzione, vinsi il prestigioso Premio
Enron per avere eccelso nei servizi pubblici.)
Lascerò perdere la mia adolescenza, e anche la mia gioventù e
quelle noiose sessioni con quella noiosissima donna, Ayn Rand,
che non sarebbe riuscita a scrivere una frase convincente neanche
se da essa fosse dipesa la sua vita. Rispamierò anche i
miei noiosi anni passati al Council of Economic Advisors, e arriverò subito
agli anni trascorsi come l'uomo più potente del pianeta.
Ecco quali sono i miei veri titoli: Imperatore della moneta più potente
del mondo, Despota della più grande e dinamica economia
mondiale, Architetto del sistema finanziario più innovativo
che questo pianeta sofferente abbia mai conosciuto.
Si, io, Alan Greenspan, ho dominato e regolato il mondo finanziario.
Ma chi regolava Alan Greenspan? Ah... arriverò anche a
questo e vi dirò come, presidiando il più grande
boom economico di tutta la storia, rimasi impelagato in quella
che definirei "la situazione", dalla quale non riuscii
più a districarmi.
Ciò che state leggendo non è l'unica cosa che io
abbia scritto, io ho scritto moltissimo nel corso dei miei anni.
Ma tutto è stato scritto per una ragione che solo pochi
sono stati in grado di comprendere. Ingenuamente la maggior parte
dei lettori ha pensato di avere a che fare con la mente disordinata
di un economista o la goffa, balbettante penna di un burocrate.
Molti, ascoltando i miei disarticolati discorsi o le mie frasi
involute, avranno addirittura pensato che l'Inglese non fosse
la mia lingua madre. Avranno creduto di riconoscere un vago accento
come quello che aveva Henry Kissinger o che ha Michael Caine.
Mi hanno persino canzonato come "incomprensibile" o "indecifrabile".
Hanno assistito a quello che credevano essere un dimenarsi servile
e burocratico. Non avevano la più pallida idea di cosa
stessi architettando, cosa che solo adesso sono in grado di rivelare.
Però allo stesso tempo mi hanno ammirato. Lo sapevo. Perchè vedevano
in me una sorta di genio... un Bernoulli della banca, un Newton
dei numeri, un Leibnitz dei profitti, un Copernico della moneta.
La mia mente funzionava a frequenze talmente elevate che i miei
pensieri non potevano essere uditi dalla maggior parte degli esseri
umani. Contavano su di me per spingere in avanti l'economia del
grande impero. Poco (anzi niente) sapevano dei miei veri pensieri
e progetti.
Ma adesso tutto è cambiato. Adesso posso scrivere chiaramente
e dire la verità. Sto lasciando la mia posizione. Non c'è più alcun
bisogno di continuare a offuscare le cose; non devo più inchinarmi
ossequiosamente di fronte alle commissioni del Congresso; non
c'è più bisogno di nascondere la realtà dei
fatti ai miei datori di lavori e agli americani. Lo giuro davanti
a tutti gli dei, ciò che sto scrivendo adesso è frutto
della mia propria mano e non di quella di un sovrapagato, abile
chiacchierone.
Alcuni nascono durante una crisi, altri creano le crisi, e altri
si ritrovano le crisi addosso.
Fatemi partire dall'inizio. Raramente mi sono lasciato intimorire
da una crisi che mi cadeva addosso. E' vero,ho reagito alle crisi
in maniera convenzionale. Non ci sono manuali per i banchieri
centrali, ma esiste un codice di comportamento. Messo di fronte
a una crisi finanziaria di qualunque tipo, un banchiere centrale
ha come primo dovere quello di correre ad aprire i rubinetti monetari.
E' quello che feci nel 1987. Ero stato appena nominato e probabilmente
non li aprii a sufficienza. Per diversi anni l'economia americana
rimase indietro rispetto a quelle dei paesi rivali europei. Il
mio vecchio capo, George Bush il Vecchio, perse la rielezione
nel 1992 e mi ritenne responsabile. Decisi di non fare più quell'errore.
Da allora, ogni qualvolta mi sono trovato di fronte a uno shock,
una sfida, una crisi, delle incertezze, delle elezioni, mi assicurai
che ogni tipo rubinetto, valvola, interruttore, leva, dispositivo
fosse del tutto aperto.
Fu il 5 dicembre del 1996 che ebbi la mia prima epifania. Era
l'anno in cui feci la mia dichiarazione sui prezzi azionari. Mi
domandai ad alta voce se non riflettessero una specie di "esuberanza
irrazionale". In realtà, che fosse vero o meno, non
lo sapevo. Ma ciò che compresi fu che: 1) la gente, e soprattutto
i miei datori di lavoro, volevano prezzi che fossero irrazionalmente
esuberanti. E 2) che se vogliamo i prezzi possono diventare ancora
più irrazionalmente esuberanti.
Avevo settanta anni al tempo. Mi ero fatto strada fino al vertice
(perchè non essere onesti al riguardo) grazie a giuste
conoscenze e rendendomi generalmente ubbidiente e disponibile,
evitando di dire cose che avrebbero potuto trovare qualcuno in
disaccordo. Quella fu la vera ragione di ciò che la stampa
ha definito "l'eloquenza di Greenspan". I miei pensieri
privati rimanevano tali. Tutto ciò che il pubblico e i
politici avrebbero sentito sarebbe stato un linguaggio pomposo
e incomprensibile addetto agli specialisti, e questo per una buona
ragione.
Non volevano sentire cosa pensassi veramente. Quindi non glielo
dicevo. Sapevo molto bene cosa succede quando politici e banchieri
riescono ad avere denaro facile e un banchiere centrale ubbidiente.
Non sono nato ieri. Fanno uso del loro controllo sul denaro per
imbrogliare la gente. E' semplice. (Spiegai questo concetto all'inizio
della mia carriera; fortunatamente nessuno si è mai preso
la briga di leggere quel saggio. Altrimenti non avrei mai ricevuto
l'incarico.) Se il mestiere di banchiere centrale fosse una cosa
onesta, non avrebbe alcuna ragione di esistere. Le banche private
potrebbero fare lo stesso lavoro in maniera migliore.
Ma la gente è pronta a credere a tutto. In qualche maniera,
pensano che ricchi uomini di affari e politici assetati di potere
si accordino tra di loro per creare e gestire una banca centrale
a beneficio della gente comune. Beh, ho una notizia per voi: non
funziona così. Il denaro mantiene il suo valore quando
rappresenta un risorsa scarsa. E' come il valore delle azioni
di una società. L'azionista è contento di possedere
qualche azione. Ma immaginate come si sentirebbe se la società emettesse
qualche altro milione di azioni. Il valore della sua proprietà sarebbe
diluita. Si sentirebbe imbrogliato.
Alla stessa maniera, un banchiere centrale onesto non diluirebbe
il denaro dei suoi depositanti. Non creerebbe moneta dal nulla,
come se stesse emettendo nuovi certificati azionari. Ma questo è esattamente
ciò che fanno i banchieri centrali. Emettono un certo ammontare
di moneta. In seguito ne emettono sempre di più. In questa
maniera la gente che ha lavorato e risparmiato perde ogni anno
parte di quel valore monetario. In effetti, il valore viene perso
dai risparmiatori e catturato da coloro che controllano il denaro.
E' un trucchetto davvero molto semplice. Chi se non un presidente
della Fed ottuogenuario, sulla porta, avrebbe il coraggio di dire
una cosa del genere?
La gente oggi si comporta come se avesse inventato il denaro l'altro
ieri. Ma il denaro, la banca centrale, la svalutazione della moneta
non sono cose recenti. Nel 64 dopo Cristo, Nerone decretò che
il numero di monete d'oro coniate da un pound di oro, salisse
da 41 a 45 (ogni moneta avrebbe perso il 10% del proprio valore).
Il denarius d'argento, alla stessa maniera, perse il 99,98% in
cinque secoli. La carta perde valore ancora più rapidamente.
Il dollaro ha perso il 95% del suo potere di acquisto da quando
nel 1913 la Fed fu istituita per proteggerlo.
Un banchiere centrale di successo, nell'età della carta
moneta, è qualcuno in grado di controllare il tasso di
distruzione della moneta in maniera tale che i fessi non se ne
accorgano. Questi credono che un po' di inflazione non faccia
male, che sia in realtà benefica. Non è questo che
dicono gli economisti? Stampare un po' di nuova moneta ogni anno
aiuta la gente a sentirsi un po' più ricca... così che
si spende di più, si assume personale, si costruiscono
più case. Tutti sono contenti. Ognuno si sente più ricco.
Che frode elegante. E' quasi un crimine perfetto, perchè nessuno
obietta nulla fintanto che viene fatto nella giusta maniera. (Colui
che prenderà il mio posto alla Fed, Ben Bernanke, è specializato
nel controllare il tasso al quale la banca centrale riesce a rubare
il potere d'acquisto della moneta senza farsi beccare. Dice che
se necessario, lancerà i dollari dagli elicotteri. Secondo
me un giorno la gente chiederà di buttare lui da un elicottero,
per le ragioni che spiegherò poco più avanti.)
Ritorno al mio racconto. Dopo avere fatto il mio discorso sull'esuberanza
irrazionale, fui chiamato al Congresso. I politici che affrontai
erano i soliti babbei che non sanno niente di economia. Mi fecero
capire bene che se volevo tenermi il lavoro avrei dovuto smettere
di preoccuparmi di prezzi azionari troppo alti, invece avrei dovuto
fare tutto il possibile per farli salire ancora. Fu proprio quel
giorno, me ne ricordo bene, che ciò che prima avevo visto
nella teoria nebbiosa con riguardo al mestiere di banchiere centrale,
mi fu chiaro come alla luce del sole, limpido, cristallino.
Nessuno vuole una moneta onesta. Nessuno. I politici, i banchieri,
gli investitori, gli elettori, e le famiglie - tutti coloro che
hanno voce in capitolo vogliono denaro facile. E' semplicemente
troppo delizioso per resistergli. (mi chiedo che razza di banchiere
centrale si opporrebbe a tutti costoro; avrebbe bisogno di una
spina dorsale al titanio come Paul Volcker, e una testa dura come
una cassaforte.) I debitori vogliono un po' di inflazione per
alleggerire il loro fardello e mettersi le ali sulla schiena.
I creditori vogliono inflazione per gonfiare i loro assets. I
politici vogliono essere rieletti. Gli imprendori vogliono i clienti
con le tasche piene che possano spendere a volontà. C'è qualcuno
che non apprezzerebbe un po' di inflazione?
E infatti, avevo sempre saputo la risposta. Il denaro facile funziona
solo imbrogliando la gente e inducendola a pensare che ciò che
essi vogliano veramente sia più denaro. Via così.
Lo hanno e lo spendono. Ancora prima di rendersene conto si ritrovano
nel bel mezzo di un boom economico. Ma la gente presto aggiusta
le loro aspettative. I prezzi salgono per tenere il passo della
nuova quantità di moneta. I livelli di indebitamento aumentano,
e con loro i costi legati al servizio del debito. La magia si
dissolve. Che cosa dovrebbe fare allora un banchiere centrale.
Dovrebbe fare la cosa giusta. Dovrebbe ritirare "i calici
di champagne" dalla festa, come usavano dire i miei predecessori.
Ma qua arriva il peggio. Togli via i bicchieri e la gente ti salta
addosso. Mi ricordo che bruciarono l'immagine di Paul Volcker
quando si spinse a tanto. Lo avrebbero bruciato vivo se avessero
potuto mettergli le mani addosso.
Perchè avrei dovuto io, Greenspan, fare la stessa fine?
No, non era per me. Questa è stata "la situazione" che
ho dovuto affrontare. Sì, sapevo che per il bene della
nazione i calici andavano ritirati, ma sapevo che se lo avessi
fatto, insieme a quei bicchieri, sarei stato rimosso anche io
dalla mia posizione. E sapevo anche che sarebbe stata solo una
questione di tempo perchè la pressione per avere denaro
facile diventasse più forte della resistenza opponibile
da un banchiere centrale. Nessun sistema puramente cartaceo è mai
durato a lungo. La gente non sa resistere alla tentazione di avere
denaro a costo sempre più basso, fino al punto che quel
denaro diventa talmente instabile e traballante che precipita
su se stesso. Ed è meglio che precipiti il prima possibile.
E' meglio che la lezione venga imparata subito, anziché tra
10 anni. Per me, era meglio posticipare il periodo delle vacche
magre sotto la presidenza del prossimo banchiere che fare in modo
che arrivasse sotto la mia. Questo lo devo alla cara vecchia Ayn;
mi insegnò che a controllare Greenspan è Greenspan
stesso. Ayn mi insegnò la regola numero uno: stai attento
al Numero Uno.
Lo ricordo così chiaramente. Ero seduto nella stanza della
commissione della Camera. Mi tormentavano con numerose domande.
Continuavo a dare quel tipo di risposte per le quali sono diventato
famoso, risposte che non dicono un bel nulla. E ho pensato: se
questi imbecilli vogliono denaro facile, gli darò denaro
facile. Gli darò il denaro più facile che il pianeta
abbia mai visto. Glielo darò tutto e ancora di più.
E così ho fatto.
Da quando sono a capo della Fed, i debiti per i mutui sono saliti
da 1.8 trilioni di dollari a 8.2. Il debito al consumo è passato
da 2.7 trilioni a 11 trilioni. Il debito delle famiglie è quadruplicato.
Ed è esploso anche il debito del governo. Il debito pubblico
era inferiore a 2 trilioni sotto la seconda amministrazione Reagan,
un numero che era rimasto costante per quasi quaranta anni. Ma
sotto la mia direzione, l'inchiostro rosso che si è consumato è stato
come quello di un fiume in piena, arrivando a segnare oltre 7
trilioni di debiti.
Durante i due mandati di George W Bush, il governo ha preso a
prestito da governi stranieri e dalle banche più di tutte
le amministrazioni precedenti messe insieme dal 1776 al 2000.
E alla fine degli otto anni di Bush si sarà creato più debito
che nei precedenti 200 anni. Il deficit commerciale, è triplicato
da quando sono alla Fed. Da 150.7 a 756.8 miliardi, e raggiungerà nel
2006 gli 830 miliardi. Quando salii al potere gli Stati Uniti
erano una nazione creditrice. Adesso siamo debitori con più di
11 trilioni di asset americani in mani straniere, un aumento di
oltre il 500% dal 1987.
Chi è in grado di discutere su certi numeri da record.
Chi può tenerci testa? Chi vorrebbe mai farlo?
Questo è il morbido, perverso piacere che si concede un
vecchio uomo cinico a coronamento dei suoi successi. Ho praticamente
rovinato una nazione. E lo so benissimo. Se scaricaste sugli elettori
i costi dei programmi governativi, le sue promesse i suoi impegni,
aggiungendoli ai debiti privati della nazione, la classica famiglia
americana, e la nazione stessa farebbero bancarotta. Tuttavia,
ovunque io vada, sono riverito come il Maestro, salutato come
se fossi un eroe di guerra. E' come se avessi vinto la seconda
guerra mondiale da solo. I soliti cretini che volevano denaro
facile 10 anni fa, adesso mi elogiano per avere dato luogo a ciò che
chiamano la "Grande Moderazione" come se ci fosse qualche
cosa di moderato sulla corsa all'indebitamento dell'America.
Altri dicono che la mia reale eredità è di avere
fatto funzionare la banca centrale. Si l'ho fatta funzionare,
d'accordo con la sua natura: dare alla gente corda sufficiente
per impiccarsi da soli. Questo è ciò che hanno fatto.
Adesso pendono dalle lunghe corde dei mutui, dei deficit e delle
carte di credito
E io sono estasiato. Presto la gente sarà in grado di capire
come funziona veramente una banca centrale. E il povero Ben Bernanke
si prenderà tutte le colpe. Lui e i suoi stupidi elicotteri...
quasi se lo merita.
rif: http://www.usemlab.com/html/special/austrian_economics/Io_Greenspan.htm |