Speculare sulla fame:
gli investitori stanno
contribuendo alla crisi alimentare globale? di Ellen Brown (a cura di Sandro Pascucci - traduzione di JJules per www.signoraggio.com) |
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di Ellen Brown (http://www.webofdebt.com/articles/derivative-disaster.php)
Le newsletter di investimenti mettono ora in evidenza titoli del tipo "Come approfittare della crisi alimentare globale". Tra gli investimenti consigliati troviamo le azioni delle aziende del settore agroindustriale e gli exchange-traded funds (ETF) che speculano in commodities agricole. Questi investimenti sicuramente faranno bene nella crisi alimentare globale ma prima di mettere nel piatto i vostri soldi vorrete sapere se darete una mano ad attuenuare il problema oppure ad aggravarlo. Volete davvero investire nella "fame"? In un articolo apparso lo scorso 23 aprile sul sito tedesco Spiegel Online dal titolo "Deadly Greed: The Role of Speculators in the Global Food Crisis" [Avidità mortale: il ruolo degli speculatori nella crisi alimentare globale, NdT], Balzli e Horning osservano che "Molti investitori... sono semplicementi ignari del fatto che investire nel casinò globale significa sperperare le forniture quotidiane di cibo delle popolazioni più povere del mondo."1 Jean Ziegler, Relatore speciale sul Diritto all'alimentazione per le Nazioni Unite, ha definito lo scoppio della crisi alimentare "un silenzioso omicidio di massa." In un'intervista sul quotidiano francese Liberation del 14 aprile, Ziegler ha detto: "Ci stiamo dirigendo verso un lunghissimo periodo di sommosse, conflitti e ondate di incontrollabile instabilità regionale contrassegnata dalla disperazione delle popolazioni maggiormente vulnerabili." Egli ha incolpato la globalizzazione e le multinazionali "per avere monopolizzato le ricchezze del pianeta" e ha detto che una rivolta di massa degli affamati verso i propri persecutori è "possibile come fu possibile la Rivoluzione Francese." In alcuni luoghi, questo sta già avvenendo. Ad Haiti, dove il prezzo del riso è quasi raddoppiato da dicembre, il primo ministro è stato recentemente licenziato dai senatori dell'opposizione dopo oltre una settimana di sommosse contro l'aumento dei prezzi degli alimenti base. Si sono levate violente proteste in merito al prezzo dei generi alimentari anche in Bangladesh, dove anche qui il riso è raddoppiato; in Costa d'Avorio i prezzi del cibo sono aumentati vertiginosamente dal 30 al 60 per cento da una settimana all'altra. Lo stesso vale in Egitto, Uzbekistan, Yemen, Filippine, Thailandia, Indonesia e Italia. In un articolo pubblicato sul Wall Street Journal intitolato "Load Up the Pantry" [Riempite la dispensa, NdT], Brett Arends ha osservato come le sommosse per il cibo che si vedono oggi nei paesi in via di sviluppo potrebbero presto toccare anche gli americani. I prezzi altissimi del cibo non stanno attraversando una fase transitoria ma stanno, per la verità, accelerando. Arends consiglia di fare incetta di cibo - non perché ci si attende una carestia ma come investimento, perché "i prezzi del cibo qui stanno già aumentando molto più rapidamente dei rendimenti che è possibile ottenere dal deposito di denaro in banca o presso un fondo sul mercato monetario". Arends prosegue: La ragione principale dell'aumento dei prezzi è, naturalmente, l'impennata della domanda da Cina e India. Centinaia di milioni di persone ogni anno si aggiungono alla classe media e questo significa che vogliono mangiare di più e meglio. Una ragione secondaria è stata la crescente domanda di etanolo come additivo per i combustibili e questo sta assorbendo una parte dell'offerta di grano.2 Questa è la giustificazione logica del giornale di Wall Street, la comunità finanziaria che ha portato la bolla immobiliare, la bolla dei derivati e ora la bolla delle commodities, che ha prodotto la crisi dei subprime, la crisi del credito e la crisi del petrolio. La ragione principale della crisi alimentare, dice quest'autore, è che le classi medie cinesi e indiane stanno mangiando meglio. Davvero? Il riso è stato per secoli l'alimento base per metà della popolazione mondiale e non è sicuramente un piatto che si trova sulla tavola di un milionario. Inoltre, secondo un'analisi di aprile 2008 condotta dall'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazione Unite, il consumo di granaglie è aumentato solamente dell'uno per cento dal 2006.3 Questo difficilmente spiega il fatto che il prezzo del riso sia schizzato del 75 per cento in appena due mesi. Il prezzo del riso bianco thailandese al 100 per cento di livello B, stando ai parametri mondiali, è triplicato dall'inizio del 2007 ed è aumentato del 10 per cento solamente in una settimana. Il fatto che il grano sia stato dirottato nei carburanti è indubbiamente un fattore che ha contribuito ma non è sufficiente a spiegare questi improvvisi rialzi nei prezzi. Dagli anni '80 il tasso di crescita della popolazione mondiale è drasticamente diminuito e la disponibilità del grano ha continuato a superare la popolazione.4 I biocarburanti hanno prosciugato parte di questo grano ma i biocarburanti non sono apparsi all'improvviso, così come l'ascesa della classe media asiatica. Se quelli fossero stati gli elementi principali, l'aumento dei prezzi del cibo sarebbe stato graduale e prevedibile. Un'altra spiegazione per l'improvviso rialzo dei prezzi del grano non viene citato da questo articolista del Wall Street Journal ma è suggerito da altri analisti. William Pfaff ha scritto il 16 aprile sull'International Herald Tribune: Ancora più importante è l'effetto della speculazione sul cibo come commodity - equiparato al petrolio e ai metalli preziosi. E' diventato un rifugio per gli investitori finanziari che scappano da beni di carta infettati da ipoteche subprime ed altri prodotti tossici del credito. L'afflusso di acquirenti trascina i prezzi e rende il cibo non più alla portata dei poveri del mondo. "Il denaro dei fondi che si è riversato nell'agricoltura ha fatto salire i prezzi alle stelle", ha detto ai giornalisti l'analista Abah Ofon della Standard Chartered Bank. "E' la moda. Questo è l'anno delle commodities agricole."5 I "capitali vaganti" che hanno abbandonato la bolla esplosa del mercato immobiliare si stanno ora spostando verso la bolla delle commodities, e di questa fa parte anche il cibo. I "capitali vaganti" sono un afflusso di capitale speculativo alla ricerca di alti rendimenti, che si spostano rapidamente da un mercato all'altro. Si spostano, tuttavia, non perché i prodotti sono migliori (la solita giustificazione per l'impostazione dei prezzi secondo le "forze del libero mercato") ma perché lo "spread" speculativo è migliore. Il denaro non viene investito per creare beni e servizi reali ma semplicemente per puro guadagno. I prezzi del cibo sono trascinati dagli speculatori, e oggi questi comprendono anche i normali investitori come io e voi, che giochiamo d'azzardo nei futures agricoli attraverso gli ETF che hanno aperto un mercato redditizio che, in precedenza, era disponibile solo ai grandi giocatori. La teoria economica convenzionale afferma che i prezzi aumentano quando la "domanda" supera l'"offerta". Ma in questo caso per "domanda" non si intende il numero di mani che tendono al cibo ma si intende la quantità di denaro messa in gioco per le scorte esistenti. La crisi alimentare globale ha avuto come risultato un aumento, ma non del numero di bocche da sfamare, ma semplicemente nei prezzi. E' l'offerta monetaria che è aumentata ed è il denaro investito alla ricerca di rapidi profitti che sta gran di lunga facendo aumentare i prezzi del cibo. Buona parte di queste cose sta avvenendo nel mercato dei futures, dove i gestori dei fondi cercano di massimizzare i propri profitti utilizzando contratti futures. Balzli e Horning spiegano: Il mercato dei futures è un classico strumento per gli agricoltori per vendere i propri raccolti prima del tempo. In un contratto futures, le quantità, i prezzi e le date di consegna sono fissate spesso ancor prima che le colture siano piantate. I contratti futures consentono agli agricoltori e ai grossisti di avere un mezzo di protezione in caso di condizioni del tempo avverse e fluttuazioni di prezzo eccessive... ma ora gli speculatori vogliono approfittare di questo meccanismo. Essi possono, ad esempio, comprare dei contratti futures per il grano ad un prezzo basso, scommettendo che il prezzo salirà. Se il prezzo del grano aumenta prima della data di consegna concordata, essi avranno un guadagno. Alcuni esperti ora pensano che questi investitori abbiano preso possesso del mercato, comprando futures a prezzi senza precedenti e spingendo al rialzo i prezzi a breve termine. Dallo scorso agosto, questo meccanismo ha portato al raddoppio del prezzo del riso. Gli autori citano il grossista nel settore dei cereali Greg Warner, il quale afferma che ciò che sta accadendo oggi nel mercato dei futures del grano è senza precedenti. "Noi abbiamo normalmente un gruppo prevedibile di venditori e acquirenti - principalmente agricoltori e operatori dei silo." Ma il panorama è cambiato dall'avvento di grandi flussi di fondi nel mercato dei futures. "I prezzi continuano a salire." Warner stima che ora gli investitori finanziari detengono i diritti su due raccolti completi di un certo tipo di grano negoziato a Chicago e chiamato "grano rosso soffice invernale". Egli definisce questi sviluppi "stupefacenti" e li indica come "la prova che il capitalismo si sta letteramente consumando su se stesso."6 Che dire degli investimenti nelle aziende del settore agroindustriale come la Monsanto, che hanno promosso la "Rivoluzione Verde" attraverso la bioingegnerizzazione dei cibi e la produzione di semi geneticamente modificati, fertilizzanti sintetici, diserbanti e pesticidi? Almeno queste aziende non daranno una mano per attenuare la crisi alimentare globale? Al contrario, dicono i critici, queste aziende stanno proprio spingendo i prezzi al rialzo. I semi con il brevetto OGM della Monsanto sono stati preparati geneticamente in modo da non potersi riprodurre e devono quindi essere ricomprati ogni anno. I piccoli agricoltori che sono cascati nell'inganno di una maggiore produttività e hanno predisposto i propri terreni per questi semi e questi prodotti chimici hanno scoperto che non solo la produzione si è ridotta ma che il terreno non riuscirà più a sostenere nient'altro che semi OGM.7 Gli agricoltori che non riescono più a permettersi i semi vengono estromessi dal mercato, passando un controllo monopolistico ai giganti del settore agro-industriale che possono quindi alzare i prezzi a qualunque cifra il mercato possa sostenere e che, nel caso del cibo, sarà molto alta, quasi al punto della schiavitù. Come disse Henry Kissinger in un famoso discorso: "Chi controlla il cibo controlla la gente; chi controlla l'energia può controllare interi continenti; chi controlla il denaro può controllare il mondo." Allora in cosa si può investire per riuscire ad attenuare la crisi alimentare globale? Una possibilità è l'agricoltura biologica locale. L'agricoltura sostenuta dalla comunità (ASC) è un modello di produzione, vendita e distribuzione che punta ad accrescere la qualità del cibo e la cura per il territorio, le piante e gli animali, riducendo nel contempo le perdite e i rischi per i produttori. Vari tipi di sistemi ASC sono oggi in uso in tutto il mondo, consentendo ai piccoli agricoltori e giardinieri di avere un piccolo fiorente mercato chiuso, garantendo ai propri clienti-membri consegne regolari o una raccolta sul campo di prodotti genuini. Il sito di USDA fornisce un elenco degli indirizzi e dei siti web delle ASC negli Stati Uniti.8 Rimane in sospeso il problema della speculazione sui futures sul cibo. Come possono essere eliminati i profitti parassitari degli intermediari che non producono nulla proteggendo gli agricoltori? Il mercato dei futures all'inizio fu creato per gli agricoltori che avevano bisogno di bloccare un prezzo oggi che avrebbe coperto i costi e avrebbe fruttato un discreto guadagno domani. Una proposta interessante è il ritorno alla politica del "prezzo alla pari" che era in vigore durante negli anni '30. Essa garantiva che i prezzi ricevuti dagli agricoltori coprissero i prezzi che essi pagavano per i fattori produttivi più un ragionevole profitto. Se gli agricoltori non riuscivano ad ottenere il prezzo alla pari, il governo acquistava la loro produzione, la metteva in un magazzino e la vendeva in seguito. Il governo, in realtà, traeva un piccolo guadagno da queste transazioni; i prezzi del cibo erano mantenuti stabili e il sistema agricolo a gestione famigliare era preservato a tutela dell'offerta di cibo nazionale. Con la spinta della "globalizzazione" nei decenni successivi, il prezzo alla pari fu sostituito dai finanziamenti per le imprese agricole che favorivano l'esportazione del cibo piuttosto che la sua vendita locale, e le grandi aziende del settore agro-industriale si impegnarono nell'agricoltura chimica in favore dell'agricoltura sostenibile, obbligando migliaia di famiglie a cessare l'attività. I prezzi alla pari potrebbero essere di aiuto ma una soluzione definitiva al problema dell'inflazione globale richiederebbe una riforma del sistema bancario centrale che ha causato una bolla dietro l'altra nell'ultimo secolo (vedi "Il crollo dei mercati: la fine di uno schema-Ponzi che dura da 300 anni"). E se volete investire in commodities senza sentirvi con la coscienza sporca? Potete acquistare dell'oro, che non è il carburante o l'alimento base di nessuno. ___________________________________________________________________________________________ 1 Beat Balzli, Frank Hornig, "Deadly Greed: The Role of Speculators in the Global Food Crisis," Spiegel Online (23 aprile, 2008). 2 Brett Arends, "Load Up the Pantry," Wall Street Journal (21 aprile, 2008). 3 "2007-2008 World Food Price Crisis," Wikipedia. 4 Ibid. 5 William Pfaff, "Speculators and Soaring Food Prices," International Herald Tribune (16 aprile, 2008). 6 Balzli & Hornig, op. cit. 7 William Engdahl, Seeds of Destruction (Global Research 2007), riassunto di Stephen Lendman in "Unleashing GMO Seeds: 'Food is Power'", Global Research (19 gennaio, 2008). 8 "Alternative Farming Systems Information Center," USDA.gov. Vedi anche "Community-supported Agriculture," Wikipedia. ___________________ Ellen Brown, dottore in giurisprudenza, ha sviluppato le proprie abilità di ricerca come avvocato seguendo cause legali a Los Angeles. In "Web of Debt", il suo ultimo libro, traduce queste abilità in un'analisi sulla Federal Reserve e sulla "fiducia monetaria", mostrando come questo cartello privato abbia usurpato il potere di creare moneta, e spiegando come il popolo se lo possa riprendere. Tra gli undici libri della Brown possiamo annoverare il bestseller "Nature's Pharmacy", scritto in collaborazione con la dottoressa Lynne Walker, che ha venduto 285.000 copie. traduzione di JJules |
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30/04/2008 : signet@work : sandro pascucci : www.signoraggio.com v.0.5 [http://www.signoraggio.com/signoraggio_specularesullafame.html] |