Il Venezuela pronto ad impossessarsi delle riserve della Banca Centrale.
La Banca Centrale del
Venezuela si prepara per un ostile offerta pubblica di acquisto (OPA)
da parte di un insolito postulante: il governo del presidente Hugo
Chávez.
Scritto da Andy Webb-Vidal in Caracas.
Published: July 7 2005 15:37 | Last updated: July 7 2005 15:37
I legislatori fedeli al
signor Chávez sono sul punto di approvare una legge che
permetterà al governo di prelevare e spendere almeno 5 bilioni
di dollari (4.2 miliardi di euro, 2.9 bilioni di sterline) delle reserve
internazionali della Banca Centrale, che ammontano attualmente a 29
bilioni di dollari.
Per più di un
anno, il signor Chávez ha insistito sul fatto che il livello di
riserve bancarie accumulate dal quinto maggiore esportatore di petrolio
nel mondo è troppo alto e che questo denaro dovrebbe essere
piuttosto utilizzato per finanziare iniziative sociali.
Tra le economie
latinoamericane, il Venezuela ha il più alto livello di riserve
in rapporto al valore delle importazioni settimanali.
La Banca Centrale, dice
il signor Chávez dovrebbe appartenere alla “gente”e
deve passare sotto il pieno controllo della sua “rivoluzione
boliviana” radicale e nazionalista.
I deputati in linea con
il governo, che conservano una ridotta ma efficace maggioranza
all’interno dell’Assemblea Nazionale, hanno cominciato la
discussione finale sulla proposta di legge giovedì e prevedono
che tale legge verrà approvata la prossima settimana. Ma questo
provvedimento sta seminando il terrore tra alcuni economisti che vedono
ciò come il tramonto della Banca Centrale nel suo ruolo di
guardiano del bolvar, la moneta ufficiale del Venezuela. La Banca ha
tentato di opporsi a questa legge.
Jose Guerra, direttore
per gli studi economici della Banca Centrale fino all’inizio di
quest’anno, dice che questo provvedimento comprometterà il
valore della moneta locale, dal momento che alcuni dei dollari verrano
convertiti in bolvars per due volte.
Inoltre questa mossa
permette di fatto al signor Chávez di finanziare il deficit
fiscale cronico del Venezuela con parte delle riserve della Banca
Centrale, ha aggiunto J. Guerra. “I grandi perdenti in tutta
questa faccenda saranno la credibilità e la reputazione della
Banca Centrale come istituzione”, ha affermato il signor Guerra.
“Chi può dire che dopo i primi 5 bilioni prelevati non chiederanno altri 5 bilioni?”.
Le riserve internazionali
del Venezuela vengono investite in un insieme di titoli di stato
statunitensi, azioni in Euro, contanti e oro.
I critici affermano che
altre entità statali, così come la compagnia petrolifera
di stato, Petroleos de Venezuela and Bandes, hanno quasi 10 bilioni
conservati in conti correnti esteri, e il governo dovrebbe usare parte
di quel denaro invece delle riserve internazionali della Banca
Centrale.
Alcune fonti interne alla
Banca hanno detto che Gaston Parra, il presidente della Banca Centrale,
potrebbe dare le dimissioni se la legge verrà approvata, a causa
della percepita “illegalità” della legislazione
proposta dal governo.
La Banca Centrale
potrebbe mettere in discussione la costituzionalità della legge
di fronte alla Corte Suprema del Venezuela. Ma alcuni analisti pensano
che la Corte Suprema sia controllata dal governo.
Alcuni economisti
prevedono che la cessione di parte delle riserve bancarie
provocherà pressioni inflazionistiche, sebbene l’impatto
possa venire limitato nel medio termine grazie all’esistenza di
controlli sui prezzi e sugli scambi.
“Gli investitori
sono preoccupati principalmente per il segnale che è stato
mandato tramite questo provvedimento, soprattutto perché temono
che i fondi prelevati possano essere utilizzati in modo non
trasparente”, ha detto Vitali Meschoulam, emergente stratega di
mercato presso la HSBC a New york. “C’e’ il timore
che questi fondi non verranno utilizzati per investimenti produttivi ma
piuttosto per finanziare le spese attuali, aumentando il rischio che
l’inflazione diventi incontrollabile.
Minori riserve bancarie
internazionali potrebbero compromettere la capacità del
Venezuela di saldare il debito estero qualora il prezzo del petrolio
diminuisse.
Nella proposta di legge,
alcune delle riserve bancarie sono stanziate per far fronte a vaghe
“situazioni strategiche”.
Il signor Chávez,
che è rimasto al potere per più di 6 anni,
prenderà parte alle elezioni presidenziali alla fine del
prossimo anno.
[ www.signoraggio.com ]
http://news.ft.com/cms/s/06268dba-eef3-11d9-8b10-00000e2511c8.html
Venezuela poised to seize bank's reserves
By Andy Webb-Vidal in Caracas
Published: July 7 2005 15:37 | Last updated: July 7 2005 15:37
Venezuela's central bank
is bracing itself for a hostile takeover bid by an unlikely suitor: the
government of President Hugo Chávez.
Legislators loyal to Mr
Chávez are close to approving a law that will allow the
government to withdraw and spend at least $5bn (€4.2bn,
£2.9bn) of the bank's international reserves, which currently
stand at $29bn.
For more than a year, Mr
Chávez has insisted that the level of reserves accumulated by
the world's fifth-largest oil exporter is too high, and that the money
would be better used for social programmes.
Among Latin American economies, Venezuela has the highest level of reserves as measured by equivalent weeks' worth of imports.
The central bank, says Mr
Chávez, should belong to “the people”, and it must
come under full control of his radical nationalistic “Bolivarian
revolution”.
Government-aligned
deputies, who maintain a narrow but effective majority in the National
Assembly, began the final debate on the law on Thursday and they
predict its passage next week. But the move is leaving some economists
aghast at what they see as the demise of the bank's role as guardian of
the bolvar,Venezuela's national currency. The bank has tried to resist
the law.
Jose Guerra, economic
research chief at the bank until earlier this year, says the measure
will undermine the value of the currency, as some of the dollars will
be converted twice into bolvars.
The move also in effect
opens the door to enabling Mr Chávez to finance Venezuela's
chronic fiscal deficit with part of the reserves, he added.
“The big loser in
all of this will be the credibility and the reputation of the central
bank as an institution,” said Mr Guerra. “Who's to say that
after the first $5bn is withdrawn there won't be another $5bn that's
taken out?”
Venezuela's international reserves are invested in a mixture of US Treasuries, Euro-denominated bonds, cash and gold.
Critics say other state
entities, such as state oil company Petroleos de Venezuela and Bandes,
a state development bank, have about $10bn in overseas accounts, and
the government should use some of that money instead of the bank's
international reserves.
Gaston Parra, the central
bank's president, may resign if the law is passed, sources at the bank
say, because of the perceived “illegality” of the
government-proposed legislation.
The central bank could
challenge the constitutionality of the law in Venezuela's supreme
court. But analysts see the court as controlled by the government.
Economists predict that
the expenditure of part of the reserves will stoke inflationary
pressures, although the impact may be limited in the medium-term
because of the existence of price and exchange controls.
“Investors are more
concerned with the signal that is sent by the measure, especially given
what they see as potential for the seized funds to be used in a
non-transparent fashion,” said Vitali Meschoulam, emerging
markets strategist at HSBC Securities in New York. “There is a
concern that these funds will not be used for productive investments
but rather to finance current spending, increasing the risk that
inflation may get out of hand.”
Fewer international reserves may harm Venezuela's ability to service its foreign debt if oil prices decline.
Under the draft law, some of the reserves are earmarked for vaguely-worded “strategic situations”.
Mr Chávez, who has been in power for more than six years, faces presidential elections at the end of next year.