così per gioco.. per capire come siam messi in Italia E NEL MONDO:
Pavarotti sotto il tendone. Ma la nascita del primo nucleo della Bicamerale degli affari è precedente. Il luogo è Mantova. L’anno è il 1998, alla vigilia della scalata Telecom, quando il Monte dei Paschi di Siena lancia un’opa per conquistare la Banca agricola mantovana (Bam).
Il Montepaschi, oltre a essere la banca più antica del mondo, nata nel 1472, è anche il campione della finanza rossa, controllata dagli amministratori locali, tutti Ds. L’uomo forte di Siena, in quel momento, è Stefano Bellaveglia, dalemiano doc. È lui che conduce in porto l’operazione per la conquista della Bam. La Banca agricola mantovana è una solida banchetta di provincia ancorata al ricco territorio di Mantova. Dentro di sé ha due anime: quella cattolica e popolare, sostenuta dal tessuto dello cooperative bianche; e quella rossa ed ex comunista, agganciata alle amministrazioni di sinistra nell’unico lembo lombardo che il centrodestra fatica a espugnare.
Dentro la banca, in più, ci sono alcune soggettività forti: Steno Marcegaglia, il più esuberante degli imprenditori mantovani; e Roberto Colaninno, grande manager della Olivetti di Carlo De Benedetti. Colaninno ha stretto alleanza con un gruppo di bresciani che hanno un sacco di voglia di far girare i soldi che si producono dalle loro parti: Chicco Gnutti, appunto, e i fratelli Ettore, Fausto e Tiberio Lonati.
Anche Ricucci era arrivato fino a Mantova, e già nel 1995. Ma soltanto come cliente. Come mai il romanissimo giovanotto era andato ad aprire un conto 480 chilometri più a nord, presso la Banca agricola mantovana? Lo spiega Gerevini: Ricucci aveva un rapporto molto intenso con Massimo Bianconi, che nel 1995 era condirettore generale della Bam. Il rapporto era così intenso che Ricucci segue Bianconi nei suoi spostamenti professionali: nel 1995 alla Banca mantovana, nel 1998 alla Banca nazionale dell’agricoltura di Roma (che apre a Ricucci la sua prima consistente linea di credito, da 15 miliardi di lire, per il trading di Borsa), nel 2000 alla Cariverona (dove Bianconi gli concede un prestito da 20 miliardi di lire).
Ma ormai a Mantova Ricucci aveva incontrato Gnutti, e la sua vita era cambiata: nel 2001 il finanziere bresciano accoglie l’aspirante immobiliarista in Hopa, la sua cassaforte, la Bicamerale della finanza, dove Ricucci incrocia anche Fiorani e Consorte. Di lì a pochi anni, i furbetti del quartierino esibiranno la loro formazione definitiva, pronti alle scalate del 2005.
Ma torniamo alla scena primaria, all’alba dei furbetti. Il 9 dicembre 1998 il Montepaschi lancia la sua opa sulla Banca agricola mantovana. La città si spacca: da una parte l’anima bianca, che promette di alzare le barricate contro i conquistatori senesi; dall’altra l’anima rossa, che li vuole accogliere come liberatori. Il Montepaschi fa una grande campagna per conquistare il consenso dei mantovani. Viene montato un grande tendone dove viene chiamato a cantare, gratis per la città, Luciano Pavarotti. [continua su Diario.it..] |