Il passaggio
dall’economia agricola a quella industriale è stato reso possibile dalla
disponibilità di capitali monetari sovrabbondanti, ottenuti, anche
irregolarmente, (Signoraggio), con emissioni cartacee, non coperte da riserve
auree.
Per le esigenze del
mercato industriale l’entità delle riserve auree era insufficiente e pertanto
sono state abbandonate.
Lo sviluppo
industriale ha spostato enormi masse di Contadini dalle campagne ai centri di
produzione industriale, con conseguente inurbamento, divenendo Cittadini.
Tali Cittadini che
prima dipendevano dal rapporto con la produttività della Terra sono divenuti
dipendenti della necessità di procacciarsi del denaro per vivere.
L’aleatorietà di
tale procacciamento ha fatto nascere la questione sociale, basata sull’assurda
richiesta del diritto al lavoro. L’assurdità sta nel fatto che alle esigenze
certe si pretende di farvi fronte con qualcosa di incerto quale la possibilità
di lavorare sempre.
Il sindacalismo ha
cercato di sanare tale situazione con richieste varie anche per quanto riguarda
il pensionamento e le situazioni di malattia.
Ogni conquista
sindacale si traduceva in un aggravio dei costi industriali e quindi con danno
per i Lavoratori in quanto Consumatori.
Per decenni si è
andati avanti nel continuo tentativo di adeguare i redditi ai costi di
sopravvivenza, con aggravi continui dei costi e quindi dei prezzi, facendo un
inseguimento paradossale come quello di Achille e la tartaruga, senza mai
possibilità di sorpasso.
Ad un certo punto
gli Imprenditori hanno abbandonato la lotta trasferendo la loro tecnologia in
paesi a basso costo di manodopera (delocalizzazione), togliendo ai Sindacati la
possibilità di continuare la lotta per miglioramenti, giacché si profilava la
prospettiva del rapido aumento della disoccupazione con conseguente pericolo di
crollo del sistema produttivo messo in pericolo dalla presenza di prodotti
industriali a basso costo provenienti dall’estero.
La ricetta della
cartolarizzazione per procurare risorse che portino alla ripresa del sistema
economico, raggiungerebbe lo scopo se fosse rapida; invece prevede tempi
lunghi.
L’unica via d’uscita
è quella che prevede il Progetto Antropocratico.
Purtroppo coloro che
credono che con la sola soppressione del Signoraggio senza un preciso piano
d’intervento nell’intero tessuto sociale, rischiano di danneggiare
irreversibilmente tale tessuto giacché gli enormi volumi monetari creati
immoralmente, permeano tale tessuto ed il loro ritiro repentino e non coordinato,
procurerebbe più danni che benefici.
L’Antropocrazia
invece prevede, l’immediata istituzione del Reddito di Cittadinanza attraverso
emissioni monetarie da parte di una banca chiamata Banca degli Italiani, sia
per fornire ai Cittadini mensilmente degli importi adeguati alla dignitosa
sopravvivenza nonché per fornire allo Stato le risorse per la sua gestione.
La contropartita di
tali emissioni sarà costituita dalla decurtazione periodica dell’intera massa
monetaria, attraverso la datazione della moneta, (8% annuo), per rendere
stabile tale massa monetaria.
Tale decurtazione è
chiamata “fiscalità monetaria” caratterizzata dal fatto che non si scarica sui
costi di produzione e quindi sui prezzi, a differenza dell’attuale fiscalità
reddituale che va tutta a finire sui prezzi ed impoverisce i Cittadini,
riducendone inoltre i redditi.
Con tali
provvedimenti l’Italia tornerebbe ad essere concorrenziale con qualsiasi altra
realtà economica estera.
Con l’attuale
fiscalità reddituale si ha una continua crescita della povertà con conseguente
diminuzione dei consumi e quindi con difficoltà, spesso mortali, per le
Aziende.
È augurabile che si
percorra la strada indicata dall’Antropocrazia, per dare definitivamente
soluzione al problema sociale.
Nicolò Giuseppe Bellia - Tarquinia 27 aprile
2005