Il
Progetto “Fiscalità Monetaria”, - dopo il fallimento dello Statalismo , sia
marxista che capitalista - , consentirà il passaggio al Libero Mercato.
Permetterà inoltre: di estinguere il Debito Pubblico, di istituire il Reddito di
Cittadinanza, di ristrutturare lo Stato e di raddoppiare il potere d’acqui-sto
dei ricavi da lavoro. Si avrà così una rapida e forte ripresa del Mercato,
nonché dell’Occupa-zione. Ciò sposterà l’attenzione del Singolo dalla sfera
materiale a quella culturale.
Le
idee esposte sono state trasmesse a importanti Personalità pubbliche di vario
orientamento politico. Alcune hanno risposto con lettere di apprezzamento e con
la trasmissione dei documenti a Commissioni di studio di importanti Ministeri
Statali.
Via
Benedetto Croce 21 - 00055
Ladispoli RM - Tel/Fax: 06 9910867
Nicolò Giuseppe
Bellia
LA FISCALITÀ
MONETARIA
Dallo Statalismo al Libero
Mercato nella Sicurezza
- I Cittadini pagano le
tasse due volte.
- Il valore del denaro è
dimezzato dal Fisco.
- L’introduzione della
Fiscalità Monetaria.
- Raddoppio del potere
d’acquisto dei Redditi.
- Restituzione del Debito
Pubblico.
- Ristrutturazione dello
Stato.
- Il soffocamento
burocratico delle Aziende.
Ogni aggravio dei costi delle Aziende deve essere integralmente
scaricato sui prezzi dei
prodotti.
Tutti gli oneri statali - fiscali, previdenziali,
burocratici, ecc. - vanno a finire, con gli altri costi di produzione, sui prezzi di mercato.
I Cittadini pagano le
proprie tasse due volte: una prima
volta sul Reddito, col criterio della progressività costituzionale, e una seconda volta, nei prezzi, senza criterio di progressività ed inoltre pagano tutte le
tasse sopportate dalle Aziende, tutti gli oneri previdenziali, nonché
l’IVA.
Ciò oltre ad essere assurdo
è anche una violazione del dettato Costituzionale.
Ma ancora non
basta!
Siccome il valore del denaro dipende dal livello
dei prezzi delle merci, ne deriva che tale valore è ridotto a causa della incidenza degli oneri statali sui
prezzi.
L'attuale sistema fiscale
distrugge quindi quasi il 50 % del valore dell'intera Massa Monetaria, che in Italia è di
circa 7 milioni di Miliardi di lire, e dimezza il potere d'acquisto dei
compensi da lavoro.
Tali distruzioni non hanno contropartite positive.
Occorre chiedersi: vi sono delle
alternative?
Il rapporto tra l'attuale
gettito fiscale annuale e l'intera Massa
Monetaria è di circa l'8 %.
Se si prelevasse l'attuale
fabbisogno fiscale, direttamente
dalla Massa Monetaria, nella misura
dell'8 % annuo, vi sarebbe la possibilità teorica di sostituire tutte le attuali imposte e prelievi
vari.
Tale prelievo dovrebbe
essere effettuato sui depositi
bancari e con l’istituzione di una moneta cartacea recante l’anno di
emissione, per la corrispondente “tosatura annuale” dell’8 %.
Ma questo cosa
provocherebbe?
Il dimezzamento dei prezzi dei prodotti e
dei beni italiani!
A seguito di ciò i precedenti ricavi e la Massa Monetaria raddoppierebbero di valore, con evidente privilegio nei confronti dei nuovi prezzi dei prodotti e dei beni.
Ciò imporrebbe il prelievo,
a favore della Comunità Nazionale,
del 50 % della Massa Monetaria, cioè
3 milioni e 500 mila miliardi di lire!
Con tale somma potrebbe
essere restituito il Debito Pubblico
con un avanzo di 1 milione e 500 mila
miliardi di lire circa. (Oltre i ricavi da
Privatizzazioni.)
Tale avanzo sarebbe disponibile per coprire
le spese di ristrutturazione dello
Stato, conseguenti al tipo di riforma ipotizzata.
L’acquisito vantaggio dei prezzi dei
prodotti italiani, rispetto a quelli degli altri Paesi, imporrebbe di rivalutare la nostra moneta del 100
%.
Nota: Le Aziende sane
temono gli inasprimenti fiscali solo se, a causa della concorrenza estera, non
li possono scaricare sui prezzi.
L’evasione fiscale, salvo casi delinquenziali,
spesso è l’unico mezzo di sopravvivenza di Aziende, ormai fuori
mercato.
La quota, precedentemente destinata al
pagamento degli interessi sul debito pubblico, sarebbe ampiamente sufficiente a fornire un Reddito di Cittadinanza mensile, dalla
nascita alla morte, a tutti i Cittadini, per la loro dignitosa sopravvivenza
materiale (Sicurezza
Economica).
Con l'istituzione del Reddito di Cittadinanza la
disoccupazione non sarebbe più una prospettiva
drammatica.
Le scelte di lavoro
avverrebbero non più sotto la spinta delle esigenze primarie, ma in vista di
fini individuali di ordine superiore (Vocazioni).
Con ciò sarebbe realizzata
in pieno la tanto invocata Solidarietà, e ciascun Cittadino diverrebbe
responsabile verso se stesso.
Con l'istituzione del Reddito di Cittadinanza diverrebbero superflui tutti gli attuali Enti Previdenziali ed Assistenziali.
Poiché tale tipo di nuova fiscalità sarebbe completamente
automatica, ne deriverebbe la
conseguenza della necessità dello smantellamento delle precedenti
strutture fiscali, previdenziali ed assistenziali.
Gli oneri delle liquidazioni del Personale licenziato, sarebbero sostenibili attingendo dall'avanzo di cui si è detto sopra.
Tale Personale, godente del
Reddito di Cittadinanza, fluirebbe adeguatamente verso nuove occupazioni
produttive.
Va rilevato che l'onere fiscale sulla Massa Monetaria sarebbe, in parte compensato dalla mancanza di inflazione, in parte dalla continua diminuzione dei prezzi per effetto del progresso tecnologico e della concorrenza, nonché dalla acquisita stabilità sociale.
L'avvicendamento delle Imprese produttrici
avverrebbe, infatti, per ragioni di
miglioramenti tecnici e riduzioni dei prezzi, con continuo
beneficio degli Acquirenti e del valore del denaro.
Questo sarebbe il vero Libero Mercato governato dalle libere scelte dei Compratori.
Tali scelte sarebbero veramente democratiche in quanto, in ogni scambio, vi sarebbe un perfetto bilanciamento delle convenienze, ed il possesso del denaro diverrebbe misura dei servizi economici resi. In un simile contesto i cosiddetti Padroni diverrebbero Servitori e la Sovranità sarebbe tutta realmente nelle scelte dei Cittadini Consumatori.
L' Organizzazione statale avrebbe la funzione della tutela e reintegrazione dei diritti, secondo quanto previsto dai Codici.
Si può pensare che i Giudici
dovrebbero essere elettivi, con mandati a termine.
Nella visione sociale
prospettata, l'attività legislativa dovrebbe riguardare soltanto quanto riguarda l'attuazione
progressiva dei principi della Scienza
del Diritto.
Dovrebbe esistere la Proibizione Costituzionale di legiferare
in campo economico.
Con ciò l’acquisizione del
denaro avverrebbe in assenza di ingiusti privilegi.
Il potere contrattuale sarebbe esclusivamente individuale, essendo state eliminate le cause delle disparità del passato.
Va fatto rilevare che la causa dell’attuale mancanza di offerte di lavoro - disoccupazione - è da imputare non agli oneri fiscali sulle Imprese, (giacché come si è visto essi sono scaricati sui prezzi), ma agli oneri burocratici derivanti dalle 200 mila leggi esistenti, alla ridotta domanda interna, derivante dal depauperamento del potere di acquisto dei ricavi da lavoro, nonché, provvisoriamente, alle ristrutturazione aziendali imposte dalle nuove tecnologie e dalla concorrenza estera. 6/02/09/-101/150 Ladispoli, 9 Febbraio 1996