Egregio Presidente, caro Presidente

da più parti sento stranissime ed inquietanti voci riguardanti il nostro (?) sistema finanziario ed economico.

Cosi mi sono detto: “Chi meglio di Lei può dissipare queste voci?”

Chi meglio di Lei può far chiarezza?
Lei che è stato anche Governatore di quella Banca, a cui ora guardiamo con sospetto, sospetto più che legittimo, date le informazioni di cui veniamo quotidianamente a conoscenza...

Chi meglio di Lei può spiegarci e svelarci la verità?
Lei che si batte sempre contro l’omertà, le ingiustizie e la disonestà…

E cosi Le giro una lettera che una concittadina italiana Le ha già inviato, facendo mie le sue paure, e i suoi timori, ma anche le sue speranze, che poi sono quelle di tutti i Cittadini Italiani (ed Europei).

Ecco, quindi, cosa le chiediamo:

“Le scrivo perché, sia come cittadino italiano che come cittadino europeo, mi sento tradito dall'attuale non redistribuzione del signoraggio sull'emissione di banconote e sulle aperture di credito. 

Ho cioè l'impressione che l'euro non sia la moneta degli europei ma bensì la moneta di alcuni furbacchioni parassiti che profittano dell'ignoranza della popolazione. 

Sarebbe bello e probabilmente nel Suo caso rappresenta anche un vero e proprio debito morale, se Lei apparisse in televisione a reti congiunte e ci spiegasse perché mai un popolo Sovrano debba pagare a dei privati per poter usare la sua moneta.

Ci spieghi dove vanno a finire quei due miliardi di euro al giorno di signoraggio sulle emissioni della BCE.

Ci spieghi perché alcuni italiani più furbi, i soci delle società socie della Banca d'Italia, possano imporre al resto della popolazione questa tassa privata. 

Ci illustri, La prego, il meccanismo di funzionamento della riserva frazionaria, dove la moneta cartacea viene moltiplicata per cinquanta a beneficio dei soci di certe banche, sottraendo anche in questo caso il signoraggio al popolo Sovrano.

E' una lezione civica che spetta a Lei tenere se non come presidente almeno per la carica di governatore onorario di quella fortunata "Banca d'Italia" che - diciamocelo - proprio dell'Italia non è.

Se Lei ci farà questa lezione, dissolverà un grande clima di sospetto iniziato con la denuncia effettuata dal Professor Giacinto Auriti.

E' nostro diritto, di italiani, sapere se siamo in una situazione di alto tradimento o se possiamo continuare a fidarci ciecamente delle istituzioni.

La ringrazio per l'attenzione ed in attesa di una Sua presa di posizione in merito, Le porgo cordiali saluti.
Con perfetta osservanza,

Sandro Pascucci
cittadino italiano impoverito”

15/1/2005